Nel fondo del tuo bene
Sangue della mia uva
A vino della tua vigna
Tutto questo riappare
Come in nostra memoria
Dentro i mondi perduti
Dell'anno ottantamila
Quando non ci saremo e
Torneremo a nascere
Questi trucchi un po' folli
Tutto questo è il tuo stileLéo Ferré, “Il tuo stile”
Una persona alla quale voglio molto bene, non tanto tempo fa, mentre eravamo al lavoro dice: “Ora vai al parco e pesta una merda”.
Non è difficile, per una che frequenta i parchi con il cane, trovarsi in una situazione analoga. Succede anche per strada, per sbaglio. Ma mai mi era stato consigliato di andare a cercare una cacca da pestare. Mi torna spesso in mente, quel giorno.
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Anche questa settimana, quando ho dovuto leggere di una ragazza di 22 anni, rapita il 7 ottobre da Hamas, trucidata, uccisa e decapitata. Guardavo il suo volto pulito in fotografia, le avrei augurato il meglio della vita. Poi, ho ascoltato il pianto composto di una mamma palestinese. Il figlio era uscito di casa per cercare qualcosa da mangiare, a Gaza manca tutto: non c’è acqua, elettricità, cibo, spesso anche internet. Era uscito di fretta, voleva farsi carico di una situazione che poteva essere risolta entrando in un negozio con gli scaffali mezzi vuoti, ma prendendo il possibile. Quel ragazzo non sarebbe mai tornato a casa, nessuno lo poteva immaginare, è stato ucciso durante un bombardamento. Ho osservato bene le stelle di David disegnate su alcuni palazzi, a Parigi. Un aereo decollato da Tel Aviv, preso d’assalto da un gruppo di persone all’atterraggio. Ho visto pietre d’inciampo a Roma, rovinate. Ho scritto di Stefano Cucchi, ucciso il 22 ottobre del 2009. Perché? Perché è stata annullata per intervenuta prescrizione la sentenza che aveva condannato il maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti comandante della stazione Appia, e Francesco Tedesco, il carabiniere che con le sue dichiarazioni ha fatto riaprire le indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Erano accusati di falso. Stefano Cucchi è morto di troppe botte. Poi, ho continuato a lavorare, scoprendo di donne uccise da ex mariti, ragazze torturate in carcere in paesi lontani, incidenti stradali dopo una notte di festa. Ho letto di ostaggi (tante persone rapite da Hamas) di cui non si hanno più notizie. Di proteste in tutto il mondo, cimiteri ebraici in fiamme. Di manovre e pensioni, di scioperi di medici, famiglie che non arrivano a fine mese. Leggo di campi profughi bombardati, terroristi, guerra in Ucraina, allarme sicurezza, temperature in calo, allerte meteo, rapine in pieno giorno a Milano.
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Leggo tutto, porto a casa. Entro al parco. È tutto pulito. Noi, che conviviamo anche con un cane, non siamo tutti maleducati. Ma lungo le strade qualcosa si trova sempre. Prendo coraggio, ho gli stivali da pioggia. La frase dice “Pesta una merda”. Fatto. “Sai che succede? – dice lui – Assolutamente nulla, puoi stare tranquilla”. Non succede nulla, ha ragione. Fosse sempre così.