– Ah! Un crampo! M’è venuto un crampo!
– Lo vedi. Non potresti buttar via quel libro indiano, il Kamasutra? Non hai il fisico adatto!Prendi i soldi e scappa, Woody Allen
La scena del film fa ridere, però una cosa la voglio dire: il Kamasutra non è un libro di posizioni sessuali, suvvia. Partiamo con polemica? Non proprio, però bisognerebbe andare oltre le figure, c’è un universo in quel vecchissimo libro indiano.
Oggi sono sempre più convinta che il sesso sia una specie di rapina in banca, in stile Virgil Starkwell (il personaggio inventato e interpretato da Woody Allen nella pellicola del ‘69). Scelgo la parola “rapina” con grande precisione perché in diritto penale è delitto contro il patrimonio (Perché non è un patrimonio mettere a disposizione l’estate in pieno inverno? Ci siamo capiti). Oggi, per fare sesso basta uscire di casa e andare al bar, iscriversi a un’app di incontri, chiedere a un tuo amico, ammiccare in palestra, ascoltare o dire due cavolate e seguire la via dello sfogo. Ognuno faccia quel che vuole e come vuole, certo che sì, ma lascia che ti dica cosa mi ha colpito leggere questa settimana.
Per la precisione, le notizie sono due. Da una parte, una lettera scritta a un giornale inglese dove un uomo si lamenta usando queste parole: “Mia moglie vuole venire a letto con me solo quando è ubriaca”. Ok, penso, può succedere di avere troppe preoccupazioni, di vivere un periodo stressante, di ricercare nuove fantasie. Poi, però, la confidenza diventa un punto di domanda, chiede aiuto, cerca sostegno, scrive: “Ma è normale che debba finire in bagno per soddisfare me stesso?”, lasciando intendere che non sono molte le volte in cui sua moglie si fa un drink e che, comunque, i tempi del desiderio non coincidono. Più leggo e più ci rifletto. Non è nulla di così straordinario in fondo, è un problema comune spesso anche sopravvalutato. Eppure, è ancora “IL” problema, non “un” problema da sottovalutare. Mentre assistiamo all’evoluzione della robotica, l’IA, le scoperte spaziali e scientifiche, continuiamo a far passare il nostro valore dal riconoscimento lavorativo, la stima personale dai “like” sui social e l’amore per noi stessi (compreso il piacersi, chiaro) da quanto ci desidera chi abbiamo di fronte. Buffo, no? Se il venerdì sera arrivi stanco e non hai voglia di fare niente, automaticamente io divento poco attraente. Ma come? Mi sentivo così bene questa mattina, avevo pianificato ogni cosa, siamo usciti anche a bere. Eppure, è ufficiale, non ne valgo la pena. Ma per quale ragione?
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Forse, il gioco della seduzione è molto più che un gioco. È una specie di ricarica invisibile che ci aiuta a fare pace con tutto ciò che non accettiamo di noi stessi, o forse è il nostro modo per evadere dal mondo e le sue regole, gli orari di lavoro, i figli, le bollette. Per chi abbiamo comprato quell’abito nuovo se lui non ci guarda? Io ti direi che l’ho comprato perché mi piaceva, ma sono certa che non tutte risponderebbero così. Le cose cambieranno quando aumenteranno le canzoni come “Flowers” di Miley Cyrus, quando le persone inizieranno a crederci sul serio:
Posso comprarmi dei fiori
Scrivere il mio nome sulla sabbia
Parlare con me stessa per ore
Dire cose che non capiresti
Posso portarmi a ballare
posso tenermi per mano da sola
Sì, posso amarmi meglio di quanto tu possa fare
Puoi? Puoi. È sempre colpa di chi hai di fronte che non capisce? No. Esistono casi in cui non è nemmeno colpa di nessuno. Tutta questa leggerezza nelle cose, il dolore degli altri, le brutte notizie di cronaca, per poi inciampare nel desiderio non corrisposto e prenderla sul personale in modo pesantissimo. Guai a chi ci scherza. Eppure, mi ha fatto sorridere immaginare la scena di lui che “vado a fare la doccia”, di lei che “amore, dove andiamo a bere?”. Ma non si potrebbe essere più semplici? Non potremmo tipo sederci a un tavolo e dirci tutto? Che è diventato noioso, ma che passerà, che manca la voglia, che il calo del desiderio dopo tanti anni di matrimonio è legittimo, normale e non sempre bisogna preoccuparsi? Forse, no.
Vogliamo la libertà, ma per la verità ci vuole ancora del tempo.
Dall’altra parte, un’altra notizia riguarda una – ennesima – challenge che va di moda tra i giovanissimi. Si chiama “Sex roulette”. Come funziona? Maschi, femmine, gira la ruota, rapporti sessuali a volto coperto e senza preservativo. Perde chi resta incinta. E poi cosa fa? Va ad abortire.
Premesso che l’adolescenza è un periodo complicato, meraviglioso e allucinante. Aggiungiamoci che spesso non si sa cosa fare, arrivano le prime facciate a scuola, nelle interrogazioni, poi gli amici, poi le prese in giro, e “che cavolo mi succede che prima mi stava antipatica e adesso ci penso sempre?”. Va bene che l’importante è non dare ragione a mia madre, far capire a mio padre che sono grande e farmi rispettare in giro, ritagliarmi un ruolo, cercare ammirazione, far parte del gruppo, non essere escluso da niente e da nessuno. Ma proprio perché non si sa più a chi dar ragione (se non al proprio migliore amico, che la pensa come me) il mondo diventa una grande giungla dove tutti portano le stesse scarpe, le stesse felpe e ascoltano la stessa musica. Non c’è niente di originale nell’essere adolescenti, chi ci è già passato vuole farti lo spiegone, chi non ricorda niente parla dei tempi che furono. “Quando avevo 16 anni, ero ancora vergine”. Ok, fermi tutti, arrivo al dunque.
Io non sono nessuno per giudicare un ragazzino che decide di andare a letto con qualcuno per gioco. È una cosa che fanno gli adulti e non giudicherò nemmeno loro. Però, che senso ha finire sotto i ferri per abortire? Che senso ha aprire le porte di casa a un ragazzo più o meno della tua età, che a volto coperto in pochi minuti, gioca a vincere? La risposta potrebbe non arrivare mai oppure, un giorno, qualcuno potrebbe svegliarsi una mattina e capire che farsi togliere i vestiti è un’arte da cavaliere. Che si possono tranquillamente sfilare ognuno per sé. Che quel giorno, a prescindere dall’amore che provi, non starai facendo un favore a nessuno: non è una sfida, e per perdere il controllo serve molta tecnica.
Per questo, dicevo, non bisognerebbe fermarsi alle figure del Kamasutra: non sono posizioni di yoga. Intercettare i pensieri di chi c’è dall’altra parte, affinare l’empatia, diventare direttori creativi facendo la cosa più semplice, ma fatta bene. C’è un verso di un adorabile poeta francese, Jacques Prévert, che recita: “Sempre ci sarà un buco nel muro dell’inverno per rivedere l’estate più bella”. Be’, è ciò che sto dicendo. Il sesso è portare la bella stagione in una stanza con gli spifferi di freddo. È un momento che non può essere solo deciso dalla macchina biologica come fosse la voglia di un hamburger o di bere Coca Cola. È un momento che ha qualcosa di sacro e che contiene il proibito. Vuoi sapere cosa c’è di proibito? La beneficenza e la mancanza di amor proprio. Dobbiamo concederci il diritto di trattarlo come un gesto dedicato a pochi, non per tutti. Siamo uguali, siamo esseri umani, ma non siamo per tutti. Certe cose sono un privé esclusivo dove non basta la camicia giusta per accedervi. Dovremmo appendere un grande cartello fuori da quel luogo benedetto: tu non puoi entrare. Anche questa, al giorno d’oggi, potrebbe essere una sfida, no?
In un mondo che ci vuole belli, pronti, desiderabili e, attenzione, aperti a qualsiasi cosa. Sulle app di dating puoi cercare relazioni d’amore, di solo sesso, in esclusiva, senza impegno, poliamorose, eccetera. Ma dimmi la verità:
Siamo davvero capaci di gestire la nostra libertà?
La libertà di vivere senza precluderci nulla, nemmeno quando siamo convinti che non ci innamoreremo mai più, che non siamo portati per le relazioni stabili oppure il contrario, o c’è amore o niente. Siamo capaci di lasciarci andare alla vita senza dirle come fare?
Come Virgil Starkwell quando si innamora:
I primi sintomi furono immediati. Non so se succede anche a voi, ma a me viene il mal di mare. Non avevo mai parlato con una ragazza così bella e io sono sensibile alla bellezza. Ecco… che dico a Louise? Posso dirle che sono stato in prigione, che sono un criminale che non ha mai fatto un giorno di onesto lavoro in tutta la sua vita? Sono cose che possono fare cattiva impressione. E lei era così tenera, così dolce mentre camminava accanto a me nel parco che dopo quindici minuti avevo già deciso di sposarla. Dopo mezz’ora avevo rinunziato del tutto all’idea di rubarle la borsetta.