Siamo in pieno proibizionismo emotivo - Fil Rouge n. 17
Sai che fine hanno fatto le lettere censurate che arrivavano da porti lontani?
Tempesto la notte
con la mia trepidazione da lucciola,
e le mie mani si immergono sott’acqua
per compromettere il rosso fulgore delle tue gambe (…)Antonio Gamero, “Cercando la tua saliva”
Questa settimana, tra bambini ritrovati (vivi e in salute) nei bidoni della spazzatura, nuovi disastri ambientali (dall’Italia a Bardonecchia alla Cina, le Hawaii), dibattiti politici, cinque anni dal crollo del ponte Morandi che causò la morte di 43 persone e scontrini fiscali sui quali creare polemica, ho riletto le poesie di Gamero.
Cercavo un libro in casa e ne ho trovato un altro, dimenticandomi del resto: Antonio Gamero. Una bomba a orologeria che esplode in Sud America nel 1900. Ormai, nel 2023, quasi nulla disturba la quiete pubblica; forse nemmeno una festa di “non matrimonio” a Torino, anche se rimbalza dai social alle pagine online dei quotidiani. Ma nel 1950 a El Salvador, come nel resto del mondo, certe cose non si possono dire. Se mi ami devi trovare parole gentili che non turbino il resto del vicinato. Perché è sicuro che torno a casa e mi confido con mia madre. Servono parole di grande equilibrio, ponderate e forse anche un po’ assopite, nessuno scandalo. Nemmeno in una stanza senza luce. Ma Gamero è diverso, ha una valigia piena di lettere che tagliano come coltelli. Le ritaglia, le assemblea, te le fa assaggiare in pubblica piazza come fossero liquore, dimenticando che il liquore non si può bere. Siamo in pieno proibizionismo emotivo. E forse, lo siamo anche oggi come allora, anche se non lo sappiamo. La poesia recita così:
In questa costellazione di grida,
questo oscillare e ondeggiare di variegate maree umane,
io cerco la corrente chiara della tua saliva,
che allevia il sibilo con parole e risa selvagge.
Mi tolgo la camicia, la paura, e le scarpe,
e avanzo su scale d’aria e inesistenza,
per contrastare e deflorare
la nuda verità dei tuoi desideri.
Tempesto la notte
con la mia trepidazione da lucciola,
e le mie mani si immergono sott’acqua
per compromettere il rosso fulgore delle tue gambe.Inatteso, arrivo cercando la tua saliva,
assicurandomi che non fiotti senza direzione
in quel vortice dove tutto si perde,
o per inumidire la terra
dove l’erba e le rondini alate
diventano sorelle di sete e di sangue.
Cerco la tua saliva mentolata,
per riattaccare le teste
che cadono dai corpi dei bambini,
e per nutrire le cellule
dei lebbrosi in cerca di rifugio.
Per aprire gli occhi dei gatti nati
sotto i binari allo sbando del sole,
e rimuovere i francobolli
dalle lettere censurate che mi arrivano
da vari porti lontani.Lo so che tutti gli altri amanti sono venuti
a baciare le cicatrici rosate delle tue labbra,
ad estrarre il succo dai tuoi limoni maturi,
a ferire la tua carne e infiammare le tue braccia.
Ma io sono venuto solo a cercare la tua saliva:
la tua saliva che cura la cecità,
la tua saliva che può brunire i metalli,
la tua saliva che allevia i miei arti indolenziti,
la tua saliva che annega la collera delle streghe,
la tua saliva che lava la veste di dio,
la tua saliva che placa la coscienza,
la tua saliva che apre fori nella roccia,
la tua saliva, che è fragile quando ci abbracciamo,
la tua saliva che è sangue dolce, incolore,
la tua saliva che è il seme dei santi e dei profeti,
la tua saliva che è il sale e l’acqua santa
che spegne l’ira dei demoni.Tutti gli altri amanti sono venuti a cercare la tua carne;
invece, io mi contorco cercando la tua saliva
per iniettarla in questo animale malato
che trascino imprigionato nella camicia.
Ho immaginato questo poeta ribelle che si trascina lento in un bar, senza fretta. Che conosce la collera delle streghe e che la domina per un po’, con l’amore sfacciato. Non fa giri di parole. No agli esercizi di stile, niente noia: alleluia! Il quartiere dei timidi è lontanissimo da qui. Chi sa ancora arrossire si avvicini perché può dare il meglio di sé. Fare a gara a chi diventa prima paonazzo.
Caro Gamero, letto in mezzo alla devastazione. Ci sono persone che scappano da casa, salgono sui barchini senza motore. Ed è così forte la speranza che si illudono che quelle barche possano portarli fino alle coste dell’Europa. Qualcuno ci arriva. C’è chi fa tuffi di testa in acqua cristallina e non ci pensa affatto. Da una parte i cadaveri e dall’altra i turisti estivi. Sono due mondi che non si incontrano mai. Gamero, ma tu che ne sai dello sciopero dei medici in Gran Bretagna? Dei 50 gradi della Spagna, dell’ennesimo femminicidio. Che ne sai dell’essere una ragazza in Nepal? Il giorno in cui ti viene il ciclo mestruale vieni rinchiusa in una capanna fuori casa. Sei considerata impura e intoccabile, devi stare ferma lì a scontare la pena di essere femmina, feconda e in salute. Un esilio. Ed è un reato, ma una ragazza di 16 anni ha da poco perso la vita: è morta a causa del morso di serpente mentre dormiva in una baracca dedicata, senza protezioni. Gamero, che ne sai dei disertori russi e ucraini che falsificano i documenti per scappare lontano e non combattere? Sai qualcosa di clonazione digitale? Intelligenza artificiale? Sai che fine hanno fatto le lettere censurate che arrivavano da porti lontani?
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