Il mostro è divenuto troppo grande per me.
Kaspar Hauser, un misterioso uomo tedesco
Ci sono storie che non entreranno mai nei libri di storia, tantomeno nei giornali. Non le troveremo nelle pagine di cronaca e nemmeno in un titolo del TG, oggi come ieri. Eppure, in un giorno di maggio 1828 quando si sparge la voce di un bambino venuto dal nulla, che non sa parlare, che sembra essere stato catapultato nel mondo all’improvviso, questa voce ha la potenza di propagarsi e arrivare alle orecchie di tutti: Kaspar finisce al centro del dibattito, è una star. Il mistero lo rende celebre. Sa dire solo due parole: “Voglio diventare cavaliere, come lo era mio padre”, ma anche “Cavallo, cavallo!”.
Questa è la vita incredibile di Kaspar, comparso dal niente, due lettere in tasca. In una, sembra la mamma a scrivere: “Il bambino è nato il 30 aprile 1812”. La seconda, stessa grafia, è feroce: “Prendetelo con voi, oppure impiccatelo”. Chiunque abbia scritto, fa capire molto chiaramente che la vita di questo bambino non conta niente. Kaspar non sa fare un discorso compiuto, strano per la sua età; la lingua è il bavarese, è capace di scrivere nome e cognome. Il giorno in cui viene visto camminare in una piazza di Norimberga, viene subito accompagnato alla stazione di polizia. Chi è presente capisce che sta per accadere qualcosa. Del “bambino d’Europa”, come viene soprannominato, si dice qualsiasi cosa. Pochi ci credono, ma chi lo ha conosciuto sa che è tutto vero: Kaspar non sa dire bugie, possiede doni inspiegabili e un segreto che non riesce a confessare. Non è paura, ma mancanza di parole. Non sa come comunicare. Ma nel tempo, grazie all’aiuto di qualche studioso, di medici, di gente di buon cuore, di persone che si prendono cura di lui, le parole arriveranno e questa storia - ormai dimenticata o rivisitata in qualche film- non riuscirà mai a convincere del tutto. Troppo surreale per qualcuno. Anche se Kaspar non sa mentire. E non perché sia troppo buono, ma perché è come che gli si bloccasse la lingua. Che strana magia è questa? Una volta scoperto il modo per comunicare e rivelare i dettagli della propria vita, il bambino d’Europa inizierà a raccontare cose spaventose. Una vita trascorsa in una piccola cella buia. Riesci a immaginarlo?
Intorno a sé, nessuno. Al risveglio, pane e acqua. I giorni tutti uguali. Succede che ogni tanto l’acqua abbia uno strano sapore. Beve ugualmente. E quelle volte si addormenta senza sognare e si risveglia con la cella pulita, i capelli più corti. La prima volta che si trova di fronte a un altro essere umano, sta per essere liberato. Fa paura, ma tutta Norimberga si affeziona. Le voci corrono. C’è chi parla di intrighi nobiliari. Qualche strizzacervelli ottocentesco prova ad analizzare il caso: se questa storia fosse reale, avrebbe dei problemi mentali, è la diagnosi. Ma Kaspar problemi non ne ha, gode di ottima salute. Impara a parlare, c’è chi gli vuole bene, ma qualcuno lo preferisce morto. Che nemici può avere un bambino venuto dal niente? Un padre nobile che lo rinnega? Di sicuro il gossip nasce prima di Kaspar Hauser, ma con lui diventa un vero passatempo. C’è chi è sicuro che nella famiglia di Baden ci siano dei traditori. Disposti a tutto. Anche a uccidere il futuro principe, che in effetti muore il 16 ottobre 1812. E quando non ci sono eredi, c’è sempre chi attende il proprio momento. O perlomeno, può attendere senza sperare invano. Uno scambio di culle?
Che strano mistero ti sto raccontando in mezzo a tutto quello che accade nel mondo nel 2023. Nella settimana in cui la Turchia ha sospeso l’export di olio d’oliva fino alla prossima raccolta. Non è piovuto abbastanza, soprattutto in Italia e Spagna, e questo ha fatto aumentare la domanda nei confronti dei prodotti turchi causando un’impennata nei prezzi all’interno del paese. Secondo l’International Olive Council, la mancanza di piogge avrebbe abbassato la produzione di olio d’oliva di Spagna e Italia del 20% nel biennio 2022-2023, al contrario la produzione della Turchia sarebbe aumentata del 62%. Il Messico vieta i generi musicali che esaltano la violenza contro le donne: stop al reggaeton, ai narcocorridos, ai tumbados. La città di Chihuahua pensa di far diminuire la violenza domestica così. E se infrangi la legge sono soldi: multe fino a quasi 70mila euro.
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Per la morte di Kaspar, multe non ce ne sono state. Anche quella è un mistero. E tra le tante teorie, una mi colpisce. Non la troverai in qualche film e nemmeno nei libri di storia. È poco rumorosa, non alza la voce, è per pochi, lascia piccole tracce: “L’individualità che è stata chiamata a celarsi sotto il suo velo è un essere che ha esercitato un’azione ispiratrice per i Rosacroce”. Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam (“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dai gloria”), in seguito per i cavalieri Templari. Ma quale missione può avere un bambino prima ancora di capire chi sta per diventare? Chi è capace di intercettare tutto questo? Zeitgeist, risponde chi conosce da vicino questa storia. Lo spirito del tempo. Letteratura? Pensiero? Filosofia? Corrente culturale? No, ma un essere reale. Archai, regno superiore e invisibile. Gerarchia dalla quale non si sfugge. Tutte cose che non comprenderemo mai fino in fondo. Compresa la morte di Kaspar: 14 dicembre 1833. Delle coltellate lo lasciano a terra. Si rialza, torna a casa zoppicando. “Lo ha fatto da solo per attirare l’attenzione”, diranno i maligni. Lui non potrà difendersi. La ferita è profonda. L’agonia dura tre giorni. Ha il tempo di raccontare che è stato portato in un luogo buio. Un’imboscata? Iniziano le indagini. Viene trovata una borsa. Dentro c’è una lettera. Un’altra, l’ennesimo mistero. Recita: “Hauser sarà in grado di dirvi precisamente da dove vengo e che aspetto ho”. Ma a cosa credere se non ci sono prove? Ha architettato tutto per avere attenzione? Chi è davvero la persona sdraiata a letto che lotta per non morire dissanguata? Non lo sapremo mai. Anche le parole che portano alla sua lapide lo fanno capire: “Qui un uomo misterioso fu ucciso in modo misterioso”. E chi passa per Ansbach può vederlo con i propri occhi. Le ultime parole di Kaspar sono piene di tormento: “Il mostro è divenuto troppo grande per me”. Chissà dove si trova oggi, il mostro.