Vieni a prendere un Te al Café de la Paix - Fil Rouge n. 15
Che l’incontrario, tutto può accadere
Ti chiedo di non credere a nulla che non puoi verificare in prima persona.
Georges Ivanovič Gurdjieff
Eugenia nasce in una data che tutti ricorderanno per sempre come il giorno in cui muore Napoleone Bonaparte. È il 5 maggio 1826, nella strada di Grazia a Granada, in Spagna. È mezzogiorno in punto. Non è una bambina qualsiasi perché è la figlia più piccola del conte e della contessa di Teba e decima contessa di Montijo.
La famiglia è ricca, ma sono tempi difficili, c’è la guerra Carlista. La madre, María Manuela Kirkpatrick, trasferisce tutte a Parigi. Manuela, sa quello che fa. Alle bambine serve un luogo sicuro e un’educazione degna della loro discendenza. E lei, la “Carmen” dell’Habanera sensuale di Bizet, sa sempre cosa fare. Sa anche come sciogliere nel silenzio i rumori che la vorrebbero amante di Prosper Mérimée, che di “Carmen” (suo è il vero racconto che ha poi ispirato Bizet) conosce davvero ogni segreto. Carmen che sa vedere il futuro, che ogni tanto le scappa dalla bocca di zingara; che seduce Don José; che è sposata e che vede il marito morire per mano di colui che va oltre il volere, la brama, la esige, la supplica. Don José che si prende un due di picche in nome di ciò che Carmen sa vedere: oltre il presente, lui l’avrebbe uccisa, è scritto, prova a cambiare destino per se stessa. Perché Carmen è libera, l’amore non si può mettere in gabbia, che “L’amour est un oiseau rebelle”, ma tutto questo Don José non lo potrà mai capire e la ucciderà alla luce del sole, costituendosi poco dopo alle forze dell’ordine. Meglio in prigione che senza Manuela.
Ma solo nella fantasia perché Manuela resta libera nella realtà, e all’educazione di Eugenia e Paca, l’altra figlia, avrebbero sempre partecipato alcuni grandi personaggi della storia. Mérimée compreso visto che insegna loro il francese, ma anche Stendhal. Fino alla partenza per l’Inghilterra. Si cambia di nuovo, paese, collegio. Francisca, detta Paca, sa adattarsi, è tranquilla, non si lamenta quasi mai. Ma Eugenia, no. Inoltre, a scuola tutte la prendono in giro chiamandola “pel di carota” per il colore dei capelli, lo stesso di suo padre. Eugenia non è una bambina qualsiasi e non è questione di capelli, così è scritto nella storia: ha carattere, non si lascia sottomettere, ragiona con la propria testa. Lo fa anche quando decide di fuggire, chiede aiuto a scuola all’unica che le rivolge parola, una principessa indiana. Studiano un piano di fuga: riuscire a salpare in gran segreto su una nave diretta in India. È quasi fatta, riescono a salire, ma vengono scoperte in meno di mezz’ora.
“Pel di carota” ha coraggio e lo dimostra anche il giorno in cui inizia l’assedio romantico di Luigi Napoleone Bonaparte, è il 1849. Lui perde la testa, la famiglia si oppone per ragioni nobiliari. Non c’è niente da fare, per oltre due anni lui prova a convincere Eugenia di essere l’uomo giusto, ha tutti contro, ma Eugenia si convince e in poco tempo sposerà il futuro regnante Napoleone III, detto anche “Napoleone il piccolo” (continuo a credere che sarebbe stato uno spasso farsi delle birrette con Victor Hugo, che gli ha dato questo soprannome).
Ecco, non volevo certo farti una lezione di storia semplificando la vita dell’ultima sovrana di Francia, Eugenia de Montijo. Ma immaginatela in un giorno di primavera del 1862, lo stesso anno in cui Victor Hugo scrive uno dei suoi romanzi più noti: I miserabili. La carrozza è fuori che aspetta con alcune guardie, la strada è piena di gente, il café del Grand Hôtel de la Paix si anima per la prima volta. Lei ha lo sguardo estasiato, a dirigere l’orchestra c’è Jacques Offenbach. Da quel momento, tra bombe e ristrutturazioni, guerre e pestilenze, sarebbe diventato uno dei luoghi più importanti del mondo per turisti, intellettuali, musicisti, scrittori e maestri spirituali. Come Gurdjieff che qui tiene lezioni e seminari. Non importa se è pericoloso, la guerra è agli sgoccioli, allo scoccare del 1945 sarebbe riuscito a riunire tutti nel proprio appartamento di rue des Colonels-Renard. La vita è un sogno, siamo come ipnotizzati, svegliatevi tutti o tornate a dormire. Ma fatelo a letto, non in altri momenti. Ci sono dei metodi? Sì. Gli esercizi sono molti, così come i libri. Si è morti credendo di essere vivi perché non si è davvero coscienti? La “Quarta via” da lui descritta non è semplice. Ma non è impossibile. Esiste qualcosa di davvero non possibile? Anche Franco Battiato ne era consapevole e non ha mai smesso di tentare.
Così, in una settimana in cui Singapore ha giustiziato per impiccagione una donna di 45 anni accusata di traffico di droga, hanno dichiarato le autorità, la prima donna a essere giustiziata dalla città-Stato in quasi vent’anni. La Turchia ha multato alcune piattaforme che distribuiscono film e serie televisive perché promuovono “relazioni omosessuali”, è contro la legge. Molte zone in Italia bruciano. Ho pensato che sarebbe davvero bello potergli dire che “Sì, vengo con te, al Café de la Paix”. Ci vediamo lì, te ne devo parlare. Che il nuovo ministro dell’Istruzione, in Francia, si dice favorevole a sperimentazioni nell’indossare uniformi scolastiche “se la comunità educativa di un istituto lo richiede”. Elon Musk ha cambiato nome a Twitter, ora si chiama X. Ed è scattato il blocco in Indonesia che credeva che “X.com” fosse un sito illegale legato al gioco d’azzardo.
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La Nasa ha iniziato a costruire un razzo a propulsione nucleare: i primi test nello spazio sono previsti tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. La Russia alza a 30 anni l’età per la leva militare. Te ne devo parlare. Che l’incontrario, tutto può accadere.